Omosessualità: la dottrina cattolica

Questo vizio non va affatto considerato come un vizio ordinario, perché supera per gravità tutti gli altri vizi.

 

Peccato abominevole
“Non accoppiarti con un maschio come si fa con la donna: è cosa abominevole (…). Tutti quelli che commetteranno tali azioni abominevoli verranno sterminati di mezzo al popolo.”
(Levitico 18,22 e 29)
“Se un maschio giace con un altro maschio come si fa con la donna, entrambi hanno commesso un abominio: vengano messi a morte e il loro sangue ricada su di loro.”
(Levitico 20,13)
Esclusi dalla salvezza
“Non illudetevi: né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti (…) erediteranno il Regno di Dio.”
(San Paolo, I Cor. 6,9-10)
Va sempre punita
“I delitti che vanno contro natura, ad esempio quelli compiuti dai sodomiti, devono essere condannati e puniti ovunque e sempre (…). Dio infatti non ha creato gli uomini perché commettessero un tale abuso di loro stessi.”
(Sant’Agostino, Confessioni, c. III, p. 8)
Passione diabolica
“Non solo le passioni degli omosessuali sono sataniche, ma le loro vite sono diaboliche. (…) Perciò io ti dico che costoro sono anche peggiori degli omicidi, e che sarebbe meglio morire che vivere disonorati in questo modo.”
(San Giovanni Crisostomo, Homilia IV in Epistula Pauli ad Romanos, cfr. Patrologia Graeca, vol. 47, coll. 360-362)
Il peggiore dei vizi
“Questo vizio non va affatto considerato come un vizio ordinario, perché supera per gravità tutti gli altri vizi.”
(San Pier Damiani, Liber Gomorrahanus, in Patrologia Latina, vol. 145, coll. 159-190)
Sodomia maledetta
“Non è peccato al mondo che più tenga nell’anima, che quello della sodomia maledetta; il quale peccato è stato detestato sempre da tutti quelli che son vissuti secondo Iddio.”
(San Bernardino da Siena, Predica XXXIX, in: Prediche volgari, p. 896)
Grida vendetta al cospetto di Dio
“Il peccato impuro contro natura (…) grida al cospetto di Dio, perché lo dice lo Spirito Santo e perché la sua iniquità è così grave e manifesta che provoca Dio a punire con più severi castighi”.
(San Pio X, Catechismo maggiore, n. 967)
Atto intrinsecamente cattivo e disordinato
“Gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati e (…) non possono in nessun caso ricevere qualche approvazione”.
(Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione Persona humana del 29 dicembre 1975, n. 8)
“La particolare inclinazione della persona omosessuale (…) costituisce una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale”.
(Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali, n.3)
Gravi depravazioni
“Basandosi sulla sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati”.
(Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2357)
Ciò detto…. se le attuali proposte di legge sulla cosiddetta (inesistente) omofobia dovessero essere approvate dal parlamento… per le precedenti affermazioni io sarei passabile di denuncia. Ergo… se ciò dovesse avvenire vi pregherei di portarmi le arance in carcere, grazie. Nel Regno Unito è già accaduto.

Molti amici, anche vicini alle mie posizioni, si stupiscono perché io sia così feroce politicamente. Perché io sia così profondamente scandalizzato, irritato dalla sinistra, italiana in particolare. Perché per me appartenere alla sinistra e soprattutto, peggio che mai, aver votato PCI, o non condannare tutta, integralmente l’esperienza del PCI, sia qualche cosa di indecente. Peggio, molto peggio che essere simpatizzanti del fascismo, quasi peggio che simpatizzare col nazismo.

E’ vero, nonostante la storia di parte della mia famiglia, nonostante il mio carissimo nonno, vecchio socialista fino al midollo, io ritengo letteralmente de-lin-quen-zi-a-le aver sostenuto e votato il PCI ieri e non condannare, oggi, in toto, in blocco, il PCI, “senza se e senza ma”, come dicono gli attuali compagni. Di conseguenza gli attuali membri della sinistra, anche quando per evidenti motivi anagrafici non possono essere accusati di aver sostenuto il PCI, in stragrande maggioranza parimenti guardano a quell’associazione a delinquere che fu il PCI con un occhio benevolo, quando non simpatizzante “fu una grande stagione”, “portò avanti battaglie giuste”, “fu un punto di riferimento istituzionale”, “fu il partito della moralità”, ecc.

C’è un momento in cui concepii il giudizio durissimo che do, il quale poi è maturato e si è consolidato, grazie alle letture e agli studi, con gli anni. Avevo da poco compiuto undici anni. Mia madre per Natale aveva regalato a mio padre un libro di Indro Montanelli, “Dentro la storia” della Rizzoli, con la cronaca della rivolta d’ungheria del 1956. Mio padre si mise prima a sfogliare il libro, poi a leggerlo attentamente. Molte delle pagine riportate le aveva già lette in passato qua e là. A un certo punto lo vidi alzarsi in piedi e avvicinarsi a mia madre; indicava una delle ultime pagine del libro. Disse “Senti”, e lesse:

Solo mercoledì sera si ebbe la sensazione che stava per finire. E ci si ritrovò tutti nell’ufficio del ministro, davanti alla radio. Captammo Roma. Trasmettevano il discorso del ministro Martino. Un bel discorso. Ma, a chiusura, udimmo il grido lanciato in aula dai deputati comunisti: «Viva l’Armata rossa!».  A pochi passi da noi, l’Armata rossa stava mitragliando nelle cantine gli operai e gli studenti di Budapest, rimasti senza munizioni.

L’asciuttezza della prosa di Montanelli mi dipinse la scena come un fulmine che rischiara le forme. Due lampi mi passarono in testa, letteralmente, due lampi. Il primo che illuminava l’emiciclo del Parlamento, coi comunisti che si alzavano in piedi a gridare. Il secondo in cui studenti e operai rintantati in buie cantine venivano rischiarati dai flash delle mitragliatrici che li crivellavano, mentre, mi figuravo, il rumore degli spari si sovrapponeva all’invocazione dei deputati del PCI.

Ecco la autoproclamata “moralità” del PCI. Da quel giorno capii che il PCI era un partito di delinquenti. Capii che chi sosteneva o aveva sostenuto il PCI era connivente con delinquenti e assassini. Capii che chi aveva guardato o guardava al PCI senza la più profonda riprovazione era indulgente e simpatizzante con delinquenti e assassini.

Tra quei deputati del PCI della Seconda Legislatura della Repubblica c’era anche Giorgio Napolitano.

Dio alcuni papi li dona, altri li tollera, altri ancora li infligge.” (S. Vincenzo di Lérins)

Vorrei sperare che siamo nel secondo caso. Ma temo proprio che siamo nel terzo. Di sicuro non siamo nel primo!

Un interessante commento (non mio):

l fatto è che i media titolano – ed esaltano – il “nuovo stile”, il rifiuto degli “orpelli” (croce pettorale d’oro, scarpe rosse, mozzetta, trono pontificale). In sé, una scelta legittima. Ma se fare questa scelta significa umiliare pubblicamente il cerimoniere, il mite Guido Marini bruscamente strapazzato, e peggio ancora se significa porsi coscientemente e studiatamente in aperta contrapposizione con il predecessore, tentando di distruggere in 24 ore quanto era stato pazientemente proposto in otto anni (oggi, ad esempio, in Sistina è ricomparso l’altare posticcio), allora non è più segno di umiltà ma del suo contrario, l’alterigia. Ve l’immaginate un Benedetto XVI che il giorno dopo la sua elezione avesse cercato in mille modi di distinguersi e far diversamente da Giovanni Paolo II?

Già, questa non è umiltà: questo è dire “Uhé, sun chi mi, t’è capì?” Così, dall’oggi al domani arriva lui e stravolge tutto…. forse Francesco I non ha ben presente che il singolo Papa passa, solo il Papato resta: quale alterigia pensare che un singolo papa debba cambiare il Papato!

Che tristezza, che differenza con la gioia per l’elezione di Benedetto XVI otto anni fa…

La fedeltà a Pietro rimane, nonostante tutto, deve rimanere, se no saremmo come tutti: non si segue per simpatia. Ma stavolta ci è stato messo veramente uno difficile da seguire!

Preghiamo perché Dio illumini Colui che, purtroppo, è a tutti gli effetti Papa. Che Dio Gli parli, e che il Papa Lo ascolti.

Franciscus Papa

E così, nella maniera più inaspettata, è andata. In tutta sincerità la prima impressione che ho avuto non è stata molto positiva. Ma tant’è: il Papa si segue, al Papa si è fedeli, come ho già detto. E la Chiesa non la regge neanche il Papa, ma Qualcun altro. Vedremo ora che cosa questo nuovo Papa farà, con l’illuminazione dello Spirito Santo.

VIVAT PAPA FRANCISCUS, VIVAT ECCLESIA CATHOLICA!

Conclave

Stamattina sono passato in Piazza San Pietro, a dire una preghiera e a vedere…

Ecco, (quasi) in diretta… la loggia delle benedizioni addobbata di porpora, pronta ad accogliere il nuovo Pontefice, e là, piccolino, sulla destra, il camino della Sistina!

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VENI SANCTE SPIRITUS AD ELIGENDUM SUMMUM PONTIFICEM

Expectans

SedesVacans

Ora è questa la nuova bandiera del blog…. e mai bandiera fu più opportuna anche per lo Stato Italiano.

Ahimé, occorre abbandonare la vecchia bandiera… segno dell’ideale da seguire.

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Ora siamo in sede vacante, parimenti per il Papa e, si parva licet componere magna, per la nostra disastrata Italia….

Omnes expectantes…. in attesa di riprendere la navigazione.

Caro Papa Benedetto,

questa è l’ultima volta in cui posso rivolgermi a Te come Papa. Vorrai perdonarmi se mi permetto di darTi del Tu, ma per me sei veramente un padre.

Proprio per questo io non ho capito e continuo a non capire la Tua scelta: mi verrebbe da dire solo che il Papa è un padre, e non si può rinunciare al ruolo di padre.

Tuttavia mi rendo conto che tutto questo è infinitamente più grande della comprensione mia e di chiunque ora abiti su questa terra. Probabilmente la Tua rinunzia, e le sue ragioni profonde, le capiranno, in parte, i nostri nipoti. Queste sono cose per cui ci vogliono secoli a comprendere. La mia limitatissima visione non mi mostra altro che negatività venire dal tuo gesto. Ma la misura mia non è quella di Dio, per Grazia.

Tuttavia la fedeltà si misura proprio in questi momenti. E’ facile seguire un altro quando si è d’accordo con lui, troppo facile. In quel caso, a ben guardare, non è neanche seguire un altro, bensì è seguire se stessi.

Il difficile, la vera prova della fedeltà, è continuare a seguire anche quando non sei d’accordo; anche quando non capisci. Allora non è che accetti passivamente, chiedi le ragioni, cerchi di capire, non firmi cambiali in bianco, inizi a lavorare per capire. Tuttavia se ami, CONTINUI a seguire. CONTINUI a essere fedele.

Fino all’ultimo momento TU ES PETRUS in tutto; anche in questa decisione di non esserlo più. Tu es Petrus, e ti seguirò nonostante tutto.

Io non capisco. E temo che non capirò per molto tempo. Tuttavia, caro Papa Benedetto, Ti ho voluto bene, Ti voglio bene, sei stato un padre gentile che ha insegnato di Cristo, che ha indicato Cristo, e per questo sono fedele a Te fino all’ultimo, anche se non capisco.

Usque ad effusionem sanguinis CUM PETRO, SUB PETRO.

AD SAECULA.

Oremus

Oremus pro Pontifice Nostro Benedicto XVI, serbat Deus et non tradat eum in manibus inimicorum eius Ecclesiaeque suae.

Oremus pro Salutem Ecclesiae, in hoc difficili tempore.

Oremus Sanctam Mariam Vierginem Dei Matrem ad defendendam Fiedem et Ecclesiam.

Papa

Oggi facciamo due bei test.

In che università ebbe il titolo la prima laureata donna della storia (vietato guardare google e vietato guardare sotto)?

  1. Salamanca, Spagna
  2. Cambridge, Inghilterra
  3. Koenigsberg, Prussia
  4. Padova, Repubblica di Venezia
  5. Basilea, Confederazione Elvetica

In che università prese servizio la prima professoressa universitaria donna della storia (di nuovo, vietato guardare google e vietato guardare sotto)?

  1. Oxford, Inghilterra
  2. Lipsia, Prussia
  3. Bologna, Stato Pontificio
  4. Sorbona, Francia
  5. Harvard, Stati Uniti

(la risposta qui sotto)

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Ah, quante volte ci hanno raccontato la storia che la Chiesa Cattolica fosse contro le donne, che le opprimesse, che impedisse loro di accedere alle cariche, ah, l’oscurantismo, il maschilismo, l’oppressività sessuale della Chiesa Cattolica, ecc. ecc.

Be’, se le cose stanno così… certamente i paesi non cattolici, liberi o liberati dal giogo di cotanta nequizia, saranno stati i primi a consentire alle donne di accedere a prestigiose posizioni. Non dico i paesi musulmani, ma per lo meno gli avanzatissimi paesi protestanti, lontani dal giogo soffocante della Curia Romana.

Quindi la prima donna laureata al mondo è stata certamente un vanto di un paese protestante, che so, dell’Università di Oxford, oppure quella di Lipsia…

E invece…. toh, guarda, che sorpresa, la prima donna al mondo a essersi laureata fu l’italiana Elena Lucrezia Cornaro, cattolica in un paese cattolico, il 25 Giugno 1678 presso l’Università di Padova! La risposta giusta alla prima domanda è la 4!

Va be’, dai, lo sappiamo tutti che la Serenissima Repubblica di Venezia, nei cui dominii la città di Padova rientrava, era sì cattolica, ma spesso in polemica col Papa, vantava una propria fiera indipendenza, talvolta sfociata in avversione, rispetto alla Curia Romana, per lo meno verso i vertici della Chiesa Cattolica. Sì, volevano evidentemente fare un dispetto al Papa, è chiaro, e il Papa si sarà arrabbiato un sacco… e poi… insomma, una laurea non è che voglia dire poi tanto, l’insegnamento, quello sì, la ricerca, una cattedra, una vera cattedra universitaria! Quella è importante. Dove fu l’università che per prima annoverò una donna nel proprio corpo docenti? Sarà certamente in uno dei paesi di cui sopra, probabilmente in Inghilterra, il paese più avanzato….

Ma…. ma…. non è possibile! La prima professoressa universitaria della storia, nonché prima fisica donna al mondo, fu Laura Bassi, presso l’Università di Bologna. Non solo in un paese cattolico, ma addirittura in un ateneo dello Stato Pontificio! La risposta giusta alla seconda domanda è la 3!

Naaa, incredibile vero? Assurdo, pazzasco!

Questi, signori miei, sono FATTI! Il resto sono chiacchiere…